Il respiro nella tenuta delle asana

Il respiro nella tenuta delle asana

Buon giorno cari amici dello Yoga!

Vorrei approfondire con voi un aspetto dell’utilizzo del respiro nella tenuta delle asana (modelli posturali dello Yoga) che sarà poi il tema della nostra lezione settimanale. La parola d’ordine è ASCOLTARSI; capire ed approfondire la respirazione “giusta” durante la pratica delle Asana.

Individuare i punti di resistenza del respiro all’interno del corpo e superarli con dolcezza e progressività; osservare il ritmo del respiro durante la tenuta delle asana siano esse più o meno impegnative. Ognuno di noi ha il proprio ritmo e questo deve mantenersi costante e “agile” poiché è il segnale di eventuali tensioni e squilibri. Se il respiro fluisce con ritmo costante vuol dire che siamo rilassati nella pratica mentre, al contrario, se il respiro è affannoso, vuol dire che stiamo forzando fasce muscolari e mantenendo tensione mentale. Al termine della nostra pratica non sentiremo quel senso di serenità e abbandono tipici della sensazione finale di una seduta di Yoga.

C’è poi un aspetto del respiro durante l’asana che ci richiama allo squilibrio tra un lato e l’altro del corpo. Quando entriamo in una postura Yoga dovremmo mantenere la nostra attenzione sul movimento stesso seguendo, interiormente, la reazione che produce nel corpo, lasciarsi assorbire dall’ascolto e percepire la propria asimmetria. Non siamo simmetrici non solo nel corpo ma, a volte, anche nella stessa percezione del corpo. Per questo motivo, interiorizzandoci, dovremmo sentire tutto il corpo, tanto la parte destra come la sinistra. Questo si rende possibile dopo aver preso il respiro come guida e riferimento cosciente.

La pratica dello Yoga è un viaggio all’interno di quella realtà complessa e meravigliosa che è il nostro essere. Innumerevoli fattori creano questa dimensione materiale che è pura illusione, Maya, ma al tempo stesso è lo strumento di conoscenza per eccellenza. Per dare fluidità al respiro e renderlo capace di divenire uno strumento di conoscenza, possiamo esercitarci con una pratica semplice ma molto efficace.

Ora che la stagione è meravigliosamente favorevole alla pratica all’aperto, possiamo sedere in posizione meditativa o su una seggiola ma con la schiena ben dritta. Inspirando cantiamo dentro di noi So ed, espirando, Ham. Lasciamo che il respiro prenda un suo ritmo senza sforzare e che la mente si fondi al suono interiore di questo Mantra tanto antico come prezioso. “So-Ham” il suono psichico del respiro che, lo insegnano i Veda, significa “Io Sono” intendendo che il Sé e l’Universo sono solo distinti ma non separati!
buona pratica!

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